Domenica, 19 Aprile 2015 15:44

Un pomeriggio con Rosi

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Una uggiosa giornata di metà aprile ha fatto da corollario all'incontro con il territorio e i vini di Eguenio Rosi e della moglie Tamara.

L'incontro con i produttori è sempre emozionante, si ha modo di conoscere il percorso fatto sino ad oggi e si possono intuire le mete che ambiscono a raggiungere. Con Eugenio oltre alla visita d'obbligo alla cantina di affinamento abbiamo potuto verificare sul campo (anche se non in modo apprrofondito grazie ad una fastidiosa pioggerellina) le differenti caratteristiche dei terreni che ospitano le vigne (per lo più in affitto) che caratterizzano la variegata seppur piccola produzione di vini. La prima sosta in un piccolo parco nel centro di Rovereto...

Dietro ad una vecchia villa, separata dalla civiltà da un vecchio muro a secco un piccolo appezzamento, un gioiello coltivato a cabernet franc e merlot. In questo luogo che sembra lontano dal tempo nasce Esegesi (presente nei nostri scaffali con alcune bottiglie di 2009 e il 2010 appena arrivato), il primo vino con cui nel '97 Eugenio ha cominciato a percorrere la via di vignaiolo artigiano (come ama definirsi). Terreno limoso argilloso, nessuna irrigazione, solo tanta lavorazione manuale. Dietro il cancello un grande cedro a guardia del vigneto, fuori il mondo continua a girare frenetico, ma qui regna la tranquillità. Quasi diciotto anni sono passati da che Eugenio ha abbandonato il lavoro presso le cantine sociali per seguire il proprio destino, il proprio credo. Testimonianza dei primi passi si possono intuire anche solo guardando l'alto scaffale in cantina che ospita le bozze delle etichette del primo Esegesi...

Da destra a sinistra la prima bozza, la prima etichetta realizzata a mano ed infine l'etichetta definitiva. All'estrema sinistra l'etichetta mastro con tutte le indicazioni necessarie. Ogni anno viene (ri)proposta una vecchia annata che, a detta di Eugenio, ha raggiunto uno sviluppo equilibrato: quest'anno è toccato al 2006: in cantina alla prova dei fatti una spelndida (ri)scoperta, davvero notevole (++).

 

Anisos, "disuguale": un bianco prodotto da Nosiola, Pinot Bianco e Chardonnay, con macerazioni (da qui la diversità rispetto alla pruduzione del boom degll'ultimo trent'ennio)  che tuttavia  non prevarica la materia prima. In futuro Rosi conta di aumentare sempre più la percentuale di Nosiola (uva autoctona trentina).

Nella piana alluvionale del fiume Adige, nei vigneti di famiglia viene coltivato il Marzemino con il quale si produce Poiema prodotto da 100% uve marzemino, ma che non si può chiamare marzemino, misteri delle doc... Prodotto con un 30% circa di uve appassite affinato in botti di ciliegio (selvatico) e castagno.

Un altro vino è il Cabernet Franc che è composto da tre annate diverse in cui la più giovane è in quantità del 30%, quest'anno si chiama Dieci Undici Dodici.

Riflesso rosi è l'uscita del 2013 (è già presente negli scaffali de "La caneva") in cui al mosto di cabernet e merlot (macerato per due giorni sulle bucce) viene macerato per un mese con le vinacce di bacca bianca, questo sistema consente di stabilizzare il colore. Il vino passa solo in cemento ed una piccola aggiunta di solforosa all'imbottigliamento.

Doron invece è un vino dolce ottenuto mediante un appassimento di 3 - 4 mesi delle uve poste in cassetta (come il recioto).


Ma incontrando i prduttori, ed Eugenio in questo non fa eccezione, è spesso possibile scoprire piccole botti nascoste che contengono "esperimenti", "evoluzioni ragionate", "incidenti di percorso" o semplici "prodotti del caso" che vale la pena di provare. Un solo aggettivo: fantastico (+++).

Ne parleremo ancora e approfonditamente quando avremo le bottiglie in Caneva (almeno un quarto dell'intera produzione); per ora basti sapere che è un bianco.

Un grande abbraccio a Eugenio, alla moglie Tamara per averci ospitato ed aver condiviso le proprie esperienze.

Gli scaffali de "La caneva" sono sempre ben forniti dei vini di Eugenio Rosi, Vignaiolo Artigiano.

 

 

 

 

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