Martedì, 07 Aprile 2015 20:30

Il suono di vino: Monteforche report

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Sabato santo, primo appuntamento de “Il suono di vino” presso il ristorante Upupa al Ghetto Nuovo di Venezia, la primavera sembrava sbocciata da almeno una settimana ma il vecchio proverbio “se no piove so l’ulivo piove soi vovi” non lasciava presagire nulla di buono…. Ma la scintilla che unisce suono, vino e parola è scoccata lo stesso.

Il perfetto connubio è avvenuto in un grazioso locale nel Ghetto Nuovo a Venezia, il ristorante Upupa e grazie alla lungimiranza del signor Anuar che ha saputo cogliere il suggerimento dell’ideatore dell’evento offrendo una degna dimora all’evento. Una splendida effige dell’upupa si può osservare all’interno del locale che sorvola Venezia e proprio l’upupa con il suo volo bizzarro ed imprevedibile ben rappresenta le infinite sfaccettature che può assumere l’incontro tra suono e vino….
Maestro di cerimonia Giannantonio De Vincenzo è l’ideatore e direttore artistico dell’evento che ha saputo tradurre in realtà una idea nata quasi sei mesi fa naturalmente davanti ad una bottiglia. Ad unire i sentieri dei suoni della musica del vino e dell’anima le parole del dott. Mario Delle Pezze nella sua veste di neuropsichiatra e studioso di alimentazione naturale.

 

 

La serata musicale è stata allietata da due vere eroine Ramona Munteanu al pianoforte ed il soprano Carlotta Gomiero che sono state capaci di adattarsi a tracciare il sentiero musicale all’interno dello stipatissimo locale quando tutto era pronto all’esterno per allietare il Getto Nuovo, ma giove pluvio aveva altri progetti per l’evento.

 

 

Il percorso del vino è stato ideato da “La Caneva” che ha scelto l’Azienda Agricola Monteforche quale primo produttore prescelto per questa serie di eventi. Ed Alfonso Soranzo ha degnamente fatto da apripista a questo lungo cammino. Nel duemila ha cominciato un percorso (abbandonando la musica) sui vigneti del padre abbandonando una coltivazione convenzionale a favore di metodi tradizionali di produzione fatti sdi lavorazioni meccaniche, trattamenti solo a base di rame e zolfo ai minimi dosaggi possibili e vinificazioni naturali con macerazioni sulle bucce (più o meno lunghe in funzione delle tipologie del vino).
Che dire altro? Serata allietata da molti visitatori che si sono stipati all’interno e all’esterno del ristorante per scoprire i mille fili che legano indissolubilmente vino suoni e parole…

E per chi non c’era? Poco male fra meno di un mese, il 2 di maggio si replica, un nuovo produttore, un nuovo interprete musicale altre storie di sani bevitori….

 

Di seguito la galleria fotografica

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